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Le plagiocefalie posso essere sinostosiche (cranio-stenosi) o non sinostosiche (posizionali). La diagnosi differenziale è a carico del medico neurochirurgo ed avviene attraverso l'osservazione clinica, l'ecografia suturale e/o la TAC.
La plagiocefalia non sinostosica primaria è una condizione conseguente a posizioni intrauterine o a parti distocici, durante i quali sono state esercitate delle forze anomale sul cranio del neonato durante il travaglio o nella fase espulsiva (per esempio con l’uso della ventosa).
La plagiocefalia non sinostosica secondaria è il modellamento cranico determinato da una difficoltà di rotazione del capo nata da una rigidità cervicale o dorsale. Quindi questa plagiocefalia posizionale non è congenita ma si evidenzia nelle prime settimane di vita del neonato.
In entrambi i casi sono perciò presenti sia anomalie di forma che anomalie del movimento.
E’ fondamentale, per aspetti legati alla crescita e all’ossificazione cranica delle fontanelle, che la condizione venga trattata prima possibile e comunque entro i primi 6 mesi di vita. Dopo questa età sarà più difficile ottenere risultati e le sedute potranno essere in numero maggiore e distribuite in un tempo più lungo.
Per la risoluzione completa della problematica posturale (soprattutto prima dell’inizio dei movimenti autonomi del bimbo come striscio, gattonamento e primi passi) è fondamentale che ci si prenda cura sia della struttura osteo-articolare che della componente muscolare e coordinativa.
Pertanto il nostro protocollo di trattamento prevede sia manipolazioni osteopatiche che recupero psicomotorio.